“La pietra è cultura, la pietra è natura. Possiede in sé stessa le tracce della storia del mondo.
La pietra è più che un essere vivente, è la natura stessa questa pietra, è Dio.
Con le mie opere voglio rendere visibile l’invisibile, voglio plasmare un’idea astratta in una forma pura, lavorandola e contemporaneamente mettendola al centro dell’universo.
Voglio nelle mie forme rappresentare la forza vitale, l’incommensurabile, il mistero e la razionalità il finito e l’infinito.
Rinascere con la forma che esce dalla pietra, purificarsi vivendo la sua unicità interiore: la sua anima è la
natura, la natura è la sua forma”.
Renzo Buttazzo
Nell’invadere e smuovere la materia, Renzo Buttazzo offre la visione di uno spazio immaginario nuovo, un nuovo mondo, plasmato sull’uomo e sulle sue percezioni.
Plasmando passato e futuro, trova nell’equilibrio di forme semplici, la rappresentazione di nuovi universi, negati alla tradizione accademica.
Imprimendo nuova forza vitale, diviene personalità di rilievo nella sperimentazione di materiali lapidei.
Opere composte, multipli, cloni, moduli, rappresentazione intima di elementi primari.
Linea di demarcazione rimane la Natura e le sue trasformazioni, all’interno della quale lo scultore spazia fino al limite estremo dello spazio percettivo, insinuando sensazioni di precarietà e improbabilità di forme.
Dalla materia egli ricava il vuoto - nel suo essere - presenza percettiva.
La luce entra morbida, respira nel movimento di pieni e vuoti, per consolidarsi nell’equilibrio della forma.
Egli la ascolta, la osserva, la invade totalmente fino all’estremo della sua solidità esprimendone la sintesi.
Catturandone gli echi e le trasformazioni, conduce a mondi futuri.